I frutti antichi e dimenticati Tra Castelli del Piacentinodegustazione di sapori veri di Francesco Di Bartolomeo
Il fascino di un castello, come quello di Paderna, a pochi chilometri da Piacenza, un luogo ideale per immergersi nella storia tra banchi, che sembrano non aver perso la patina medioevale di un mercato all’aperto, dove ritrovi frutti antichi, cestai, antiche manifatture di abiti, cappelli fatti a mano e tanti arbusti, alberi e fiori e qualche scultura ricavata da vecchi ferri recuperati.
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Prodotti tipici
La porchetta di Lentella
di Elvio
A Lentella, comune abruzzese con circa 700 abitanti, distante da Vasto e dal mare appena 15 Km, si può gustare un prodotto tipico molto apprezzato, la porchetta; in tutta Italia ne esistono svariate versioni ma quella lentellese è particolare perchè preparata secondo una antica ricetta tramandata da padre a figlio da oltre 4 generazioni della famiglia "Roberti , Peppino e Piero".
Piero e Nico nel punto vendita mobile il giorno della festività dei Santi anargiri Cosma e Damiano patroni di Lentella
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Il vino nella storia e nella memoria.
di Domenico Piazzolla
Il vino buono, ai giorni nostri, è sempre più buono, più raffinato e rispondente alle più esigenti richieste. I vini dell’azienda Budignac collocata nel cuore del Collio, a Capriva, sono questo ed altro.La famiglia Tonut nelle colline di Budignacco in Capriva del Friuli, si è insediata nel lontano 1922.
È stato Domenico a cominciare la coltivazione del fondo tanto che, nel 1928 si producevano già 100 hl di vino: tocai, ribolle gialla, e Malvasia. Il figlio Antonio ha dato, una trentina di anni dopo, un’impronta di qualità ai suoi prodotti e, nel 1959, Renzo ha preso in mano le redini dell’azienda tracciando un solco che sarà seguito vent’anni dopo dal figlio Daniele. Si è così consolidata la base produttiva degli 8 ha, posti in una riviera fra le più belle del Collio.
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Mater Terra Vitae Agronomia di avanguardia in Abruzzo di Elvio Masciulli
Da nobile famiglia, a Firenze il 28 luglio 1794 nasce il marchese Cosimo Gaetano Gregorio Melchiorre Ridolfi; fin dalla gioventù, in collaborazione col suo fattore Agostino Testaferrata, nella tenuta di Meleto in Valdelsa, si dedicò alla ricerca nel campo della agronomia e fondò la prima scuola di agraria in Italia.
Nel Granducato di Toscana, durante l’illuminato periodo lorenese successivo alla estinzione dei Medici (1737), con l’aumentare della popolazione si presentò la necessità di risolvere il problema della scarsità di cibo e di alimenti. In questo ambiente il Ridolfi raccolse e ripropose in Toscana, a beneficio di tutti gli operatori agricoli, le esperienze di agronomia di avanguardia presenti in Europa.
Creò, per divulgare nuove conoscenze e best practices, il “Giornale agrario della Toscana” insieme a Giovanpietro Viesseux e a Raffaello Lambruschini e, per aiutare i risparmiatori e favorire gli investimenti in agricoltura , nel 1828 ispirò la creazione di una cassa di risparmio divenuta poi “Cassa di Risparmio di Firenze” attiva fino al 25 febbraio 2019 quando fu assorbita dal Gruppo Intesa San Paolo. Dal 1840 al 1845 tenne la cattedra di agronomia presso l’Università di Pisa e, dal 1942 al 1865 fu Presidente dell’Accademia dei Georgofili; fu Ministro dell’Interno nel Granducato di Toscana e Senatore del Regno dopo l’unione col Piemonte.
A questo grande personaggio fu intitolata la “Regia Scuola Pratica di Agricoltura” istituita il 23 novembre 1879 a Scerni, un ridente paesino di un migliaio di abitanti nell’entroterra di Vasto in provincia di Chieti.
L’Istituto aveva l’intento di incrementare lo sviluppo produttivo del comprensorio attraverso la diffusione di nuove conoscenze agronomiche; la struttura comprendeva un convitto scuola e una azienda agraria su circa 30 ettari che gestiva un caseificio, un piccolo oleificio, una stalla con bestiame scelto, vari gabinetti scientifici e una biblioteca.
Nel 1933 l’Istituto prese il nome di Scuola Tecnica Agraria e rilasciava il titolo di “Agente Agrario”; nel 1957 la Scuola è stata trasformata nell’Istituto Tecnico Agrario Statale con corso di studi quinquennali che rilascia il titolo di “Perito Agrario”. Attualmente gli studenti provengono da tutto l’Abruzzo, l’alta Puglia e le Marche costituendo una eccellenza nella formazione delle competenze in materia.
Due giorni fa, con un gruppo di amici con i quali si discorreva delle manifestazioni degli agricoltori in tutta Europa e a cui i media stanno dando ampia diffusione, decidemmo di andare a visitare l’Istituto Tecnico Agrario “Cosimo Ridolfi” (foto); ne avevo sentito parlare in termini positivi ma la realtà si è dimostrata di gran lunga superiore alle attese; è una scuola molto impegnativa, a tempo pieno, con molte materie teoriche, tanta pratica in agricoltura e zootecnia e, in particolare con grande attenzione allo studio e all’utilizzo di tecniche molto avanzate quali, ad esempio, l’analisi dei terreni; ciò per individuare le coltivazioni più adatte, la determinazione dei quantitativi di acqua e concimi necessari a livello di singola pianta.
A questo scopo utilizzano tecnologie e apparecchiature che il buon Cosimo da lassù guarderà con stupore ammirato; la cosa che mi ha maggiormente sorpreso è stato l’impiego di DRONI programmati per gli specifici usi e richiedendo, a tal fine, una adeguata preparazione degli studenti in materie all’apparenza di nessun impatto col mondo agricolo.
Durante la visita i nostri accompagnatori ci hanno fatto comprendere il senso del titolo che ho dato a queste brevi note “la terra è la madre della vita” dunque la sua conoscenza, lo studio approfondito e il suo utilizzo oculato e rispettoso sono essenziali per l’intera umanità; presa alla lettera, la frase di Feuerback “l’uomo è ciò che mangia” , declinata in termini non filosofici, rimanda alla necessità di guardare al mondo agricolo con occhi diversi (politica, Europa, Nazioni volete capirlo?!), più attenti e riconoscenti pensando che, non solo il semplice nutrimento, ma anche le gioie della tavola hanno sempre la stessa origine e la stessa fatica. Concludo con l’invito a chi legge a visitare l’Istituto, Scerni e il Vastese e approfittare degli ottimi vini e oli prodotti dall’Istituto. |
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